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Jean Paul Gaultier Professione: stravagante 06-03-2006 21:25


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Stilista famoso in tutto il mondo, Jean Paul Gaultier è conosciuto anche da non addetti ai lavori grazie al suo stile bizzarro e anticonformista. Nato a Parigi nel 1952, ha sempre tenuto i racconti legati alla sua infanzia e alla sua famiglia segreti ed esclusi agli estranei, tanto più alla stampa internazionale (che difatti non è mai riuscita a conoscere più di tanto di lui). Di sicuro si sa che era un bambino molto sensibile, legato ai profumi e a tutti gli aspetti delicati che circondano l'infanzia. Sua nonna, poi, aveva doti di chiromante e non mancava di leggergli le carte, fatto che non ha mancato di corroborare ancora di più la sua già fervida fantasia.

Lui stesso, poi, rispondendo a domande che miravano a svelare il mistero legato ai suoi inizi, o quanto meno della nascita del suo talento, ha scherzosamente risposto che le sue prime "vittime" furono niente altro che i peluche presenti nella sua cameretta, utilizzati per gli esperimenti più folli. Così come i primi "bracciali" di sua creazione non furono altro che barattoli di alluminio, gettati dalla nonna, rimaneggiati e reinventati alla bisogna.

Insomma, tutto si può dire tranne che non avesse la vocazione dello stilista dentro di sè. E infatti, a diciassette anni, ossia alla stessa età in cui tutti gli altri coetanei hanno ben altro in testa e sono per lo più confusi circa il loro futuro, Jean Paul maturò invece la convinzione che avrebbe desiderato legarsi in qualsiasi modo al mondo della moda, costi quel che costi.

Il primo tentativo lo vede bussare alla porta di un nome sacro fra gli stilisti, quello di Pierre Cardin, nella speranza di essere assunto o quantomeno notato. Il grande sarto, però, più che al suo curriculum pone grande caso all'abbigliamento dello stravagante personaggio e, intuendone le doti creative, decide di prenderlo con sé. Messo alla prova, il futuro stilista rivela indubbiamente ampie capacità, anche se per il momento messe al servizio di una natura capricciosa e incostante.

Anche i suoi primi anni di lavoro sono lì a dimostrarlo. Dopo un anno lascia Cardin per il sarto Esterel, poi passa alla Maison Patou, per poi tornare di nuovo, nel 1974, da Cardin, incaricandosi delle sue creazioni nelle Filippine.

Quando torna a Parigi è più maturo, ma ha sempre una gran voglia di divertirsi facendo moda. Ritrova due grandi amici d'infanzia, Daniel e Françis (che ancora oggi lavorano con lui) e con loro decide di aprire una piccola sartoria di moda un po' trasgressiva. Il modo scelto per fare un po' di rumore? Prendere alcune modelle e farle sfilare con tutù trasparenti sotto maglioni da pescatori norvegesi, oppure abbigliare prestanti uomini con Kilt scozzesi non proprio tradizionali. La stampa specializzata si accorge dunque di avere di fronte in grande talento per lo meno nel rimescolare le carte degli stili usati fino a quel momento.

E' il 1976, nel mondo si respira una gran voglia di rinnovamento e il suo nome, la sua presenza, le proposte innovative di Gaultier cascano a fagiolo. Naturalmente, ad apprezzare il suo stile sono principalmente i giovani che, attratti dalle presentazioni che si diffondono copiosamente e a macchia d'olio sulle riviste di moda, fanno letteralmente incetta di suoi capi. Passa qualche anno e lo stilista francese, soddisfatto, può ben dire di aver raggiunto le vette della vera popolarità.

La sua sartoria si ingrandisce e la sua moda trasgressiva (le sue donne portano le gonne-pantaloni e gli uomini i pantaloni-gonna), si impone e viene sempre più imitata. Nel 1988 nasce la divisione Junior Gaultier e nel 1992 quella Gaultier Jeans; ma intanto Gaultier lavora molto anche in altri campi: prepara splendidi costumi per balletti, veste gli interpreti del film di Peter Greenaway "Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante" (1989) e quelli di uno spettacolo di Yvette Horner. Si diletta anche a disegnare mobili, che molti musei di arte moderna hanno già chiesto di esporre.

Per la tournée mondiale del 1990 di Madonna crea stravaganti bustini di raso con le stecche in vita e il reggiseno "corazzato" che la famosa cantante indossa, su sua indicazione, sopra gli abiti, lanciando una nuova moda che si diffonde rapidamente.

E poi, finalmente, nel 1993, ecco il suo primo profumo, ribattezzato semplicemente con il suo nome e creato, sull'onda dell'immaginario che pervade l'artista, ispirandosi all'amata nonna e al suo mondo (per dire: flacone è racchiuso in una lattina di conserva!). Successivamente, Jean Paul Gaultier si è nuovamente dedicato ai profumi ma con essenze più classiche, seppur in confezioni sempre altamente stravaganti.
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Gabrielle Coco Chanel Questione di naso 06-03-2006 21:22


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Nata a Saumur, Francia, il 19 agosto 1883, Gabrielle Chanel, chiamata "Coco", ebbe una infanzia molto umile e triste, trascorsa in gran parte in un orfanotrofio, per poi diventare una delle più acclamate creatrici di moda del secolo scorso. Con lo stile lanciato da lei ha rappresentato il nuovo modello femminile del '900, ossia un tipo di donna dedita al lavoro, a una vita dinamica, sportiva, priva di etichette e dotata di autoironia, fornendo a questo modello il modo più idoneo di vestire.

Inizia la sua carriera disegnando cappelli, prima a Parigi nel 1908 e poi a Deauville. In queste città, nel '14, apre i suoi primi negozi, seguiti nel '16 da un salone di alta moda a Biarritz. Lo strepitoso successo la colse negli anni venti, quando arriva ad aprire i battenti di una delle sue sedi in rue de Cambon n.31 a Parigi e quando, da lì a poco, verrà considerata un vero e proprio simbolo di quella generazione. Tuttavia, a detta dei critici e degli intenditori di moda, l'apice della sua creatività è da attribuire ai più fulgidi anni trenta, quando, pur dopo aver inventato i suoi celeberrimi e rivoluzionari "tailleur" (costituiti da giacca maschile e gonna diritta o con pantaloni, appartenuti fino a quel momento all'uomo), impose uno stile sobrio ed elegante dal timbro inconfondibile.

In buona sostanza, si può dire che Chanel rimpiazzò il vestiario poco pratico della belle èpoque con una moda larga e comoda. Nel 1916, ad esempio, Chanel estese l'uso del jersey (un materiale a maglia molto flessibile), dal suo uso esclusivo per i sottabiti a una grande varietà di tipi di vestiario, inclusi i vestiti semplici in grigio e blu scuro. Questa innovazione fu di così grande successo che "Coco" iniziò ad elaborare le sue celebri fantasie per i tessuti jersey .

L'inserimento della maglia lavorata a mano e poi confezionata industrialmente, infatti, rimane una delle novità più sensazionali proposte da Chanel. Inoltre, le bigiotterie in perle, le lunghe catene dorate, l'assemblaggio di pietre vere con gemme false, i cristalli che hanno l'apparenza di diamanti sono accessori indispensabili dell'abbigliamento Chanel e segni riconoscibili della sua griffe.

Esperti come quelli del sito Creativitalia.it, sostengono: "Troppo spesso si è parlato del suo celebre Tailleur quasi fosse stata una sua invenzione; in realtà Chanel produceva un vestiario di tipo tradizionale che spesso prendeva spunto dal vestiario maschile e che non diventava fuori moda con il cambiare di ogni nuova stagione. I colori più comuni di Chanel erano il blu scuro, il grigio, e il beige. L'importanza data ai dettagli e l'uso estensivo di bigiotteria, con combinazioni rivoluzionarie di pietre vere e false, agglomerati di cristalli, e perle sono molti indicativi dello stile di Chanel. All'età di 71 anni, Chanel introdusse nuovamente il "tailleur di Chanel" che consisteva di vari pezzi: un giacca di stile cardigan, con inclusa la sua tipica catenella cucita all'interno, una gonna semplice e comoda, con una camicetta il cui tessuto era coordinato con il tessuto all'interno del tailleur. Questa volta, le gonne erano tagliate più corte e i tailleur erano fatti da un tessuto cardigan ben lavorato. Chanel é singolare nel suo rivoluzionare l'industria della moda e nell'aiutare il percorso delle donne verso l'emancipazione".

Lo scoppio della seconda guerra mondiale impose però un'improvvisa battuta di arresto. Coco è costretta a chiudere la sede di rue de Cambon, lasciando aperto soltanto il negozio per la vendita dei profumi. Nel '54, quando torna nel mondo della moda, Chanel ha 71 anni.

La stilista aveva lavorato dal 1921 al 1970 in stretta collaborazione con i cosiddetti compositori dei profumi, Ernest Beaux e Henri Robert. Il celeberrimo Chanel N°5 venne creato nel 1921 da Ernest Beaux, e secondo le indicazioni di Coco doveva incarnare un concetto di femminilità senza tempo, unica e affascinante. Il N°5 non fu innovativo soltanto per la struttura della fragranza, ma per la novità del nome e l'essenzialità del flacone. Chanel trovava ridicoli i nomi altisonanti dei profumi dell'epoca, tanto che decise di chiamare la sua fragranza con un numero, perché corrispondeva alla quinta proposta olfattiva che le aveva fatto Ernest.
Indimenticabile poi, la famosa affermazione di Marylin che, sollecitata a confessare come e con quale abbigliamento andasse a letto, confessò: "Con due sole gocce di Chanel N.5", proiettando in questo modo, ulteriormente, il nome della stilista e del suo profumo nella storia del costume.

Il flacone poi, assolutamente all'avanguardia, è divenuto famoso per la sua struttura essenziale e il tappo tagliato
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Giorgio Armani Voglio una moda destrutturata 06-03-2006 21:19


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Stilista, nato l'11 luglio 1934 a Piacenza, cresce con la sua famiglia in quella città dove frequenta anche le scuole superiori. In seguito, tenta la strada universitaria frequentando per due anni la Facoltà di Medicina alla Statale di Milano. Lasciati gli studi trova lavoro, sempre a Milano, come "buyer" per i magazzini "La Rinascente". Lavora inoltre come assistente fotografo, prima di accettare un incarico in un ufficio di promozione di un'agenzia di moda. Qui ha modo di conoscere, e quindi anche di far conoscere, i prodotti di qualità che provenivano dall'India, dal Giappone o dagli Stati Uniti, introducendo in questo modo elementi tratti da culture straniere nell'"eurocentrico" universo del fashion milanese e dei consumatori italiani.

Nel 1964, senza avere una vera e propria formazione specifica, disegna la collezione uomo di Nino Cerruti. Incoraggiato dal suo amico e partner di avventure finanziarie Sergio Galeotti, lo stilista lascia Cerruti per diventare un disegnatore di moda e un consulente "freelance". Gratificato dai numerosi successi e dai riscontri ottenuti, decide di aprire una propria casa di produzione con relativo marchio autonomo. Il 24 luglio 1975 nasce la Giorgio Armani spa e viene lanciata una linea di "prêt-à-porter" maschile e femminile. Ecco dunque che l'anno dopo presenta, nella prestigiosa Sala Bianca di Firenze, la sua prima collezione, altamente acclamata per le sue rivoluzionare giacche "destrutturate" e per il trattamento originale degli inserti di cuoio che appaiono nei vestiti dedicati alla linea casual.

Di colpo Armani dona prospettive nuove ed inconsuete a elementi del vestiario ormai dati per scontati, come appunto quelli per uomo. La sua famosa giacca si libera delle costrizioni formali mutuate dalla tradizione, con le sue linee squadrate e severe, per approdare a forme libere e fascinose, sempre e comunque controllate e di classe. Insomma, Armani riveste l'uomo con un tocco informale, offrendo a chi scegli i suoi capi una sensazione di benessere e di un rapporto con il proprio corpo sciolto e disinibito, senza per questo corteggiare in segreto la trasandata moda hippie. Tre mesi dopo un percorso più o meno simile viene elaborato anche per ciò che concerne l'abbigliamento femminile, introducendo nuovi modi di intendere il tailleur, "demistificando" l'abito da sera e accostandolo a scarpe con il tacco basso o perfino a scarpe da ginnastica.

La sua spiccata propensione nell'usare materiali in contesti inaspettati e in combinazioni insolite portano qualcuno ad intravedere in lui tutte le caratteristiche del genio. Se forse il termine può apparire esagerato, applicandolo ad uno stilista usando i parametri dell'arte, certo è che pochi creatori di abiti nel novecento sono stati importanti come Armani, che ha sicuramente sviluppato uno stile inconfondibile, raffinato ma nello stesso tempo perfettamente consono alla vita di tutti i giorni. Utilizzando le comuni filiere produttive per la realizzazione di abiti, mai affidandosi quindi ai grandi sarti, riesce a realizzare capi molto sobri ma anche assai seducenti che, pur nella loro semplicità, riescono comunque a conferire un'aura di autorevolezza a chi li indossa.

Nel 1982, la consacrazione definitiva, quella attribuita dalla classica copertina del settimanale Time, forse il magazine più prestigioso al mondo. Fino a quel momento, fra gli stilisti, solo Cristian Dior aveva ottenuto un tale onore, ed erano passati quarant'anni!

Lunga la lista dei premi e dei riconoscimenti ricevuti dallo stilista italiano.
Più volte premiato con il Cutty Sark Award come migliore stilista internazionale di abbigliamento maschile. Nel 1983 il Council of Fashion Designers of America lo "elegge" Stilista internazionale dell'anno".

La Repubblica Italiana lo nomina commendatore nel1985, grand'ufficiale nell'86 e gran cavaliere nell'87.
Nel 1990 a Washington viene premiato dall'associazione animalista Peta (People or the ethical treatment of animals).
Nel 1991 il Royal College of Art di Londra gli conferisce la laurea honoris causa.
Nel '94 a Washington la Niaf (National Italian American Foundation) gli assegna il Lifetime Achievment Award. Mentre nel '98 il quotidiano Il Sole 24 Ore gli tributa il Premio Risultati, il riconoscimento assegnato alle imprese italiane che creano valore e rappresentano esempi di formule imprenditoriali di successo.

Diventato ormai un simbolo di eleganza e di misura, numerose sono le star del cinema, della musica o della arti che si vestono da lui. Paul Schrader's ha immortalato il suo stile nel film "American Gigolo" (del 1980), esemplificandone le caratteristiche attraverso una combinazione di forza e di sensualità nella famosa scena in cui il sex symbol Richard
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Yves Saint Laurent L'arte di vivere 06-03-2006 21:14


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Un nome che ormai è diventato un logo, l'inconfondibile suono delle tre parole che compongono il suo nome non possono che significare, in tutte le lingue, una sola cosa: moda. O meglio, Alta moda. Sì perchè Yves Saint Laurent, oltre ad essere uno dei padri della moda francese è anche l'uomo che ha fatto dell'Haute Couture il suo marchio di fabbrica, uno stile di vita che dalle sue boutique si è sparso in tutto il mondo contagiando migliaia di persone.

Nato in Algeria il giorno 1 agosto 1936 come tutti i talenti mostra una passione assai precoce per l'arte che lo porterà alla gloria. L'attrazione per i tessuti e per le passerelle è in lui fortissima e così, al posto di bighellonare o passare il tempo a tirare calci ad un pallone (con il rischio oltretutto di lordarsi i vestiti), si impratichisce con stoffe, tessuti e aghi. Dove? Nientemeno che alla Maison Dior dove, dopo il diploma all'Ecole de la Chambre Syndicale de la Couture di Parigi, sostituisce il maestro Christian Dior, morto d'infarto in un albergo di Montecatini. Una grande responsabilità, considerando che all'epoca Dior era già "Dior"; ma Yves non si fa intimorire più di tanto.

Si getta a capofitto nel lavoro e nasce così la sua prima collezione, denominata "Trapezio". Ma neanche nei suoi sogni più rosei il giovane stilista poteva sperare che fosse un tale successo, tanto che sulle copertine dei giornali specializzati si parla di lui come enfant prodige. Purtroppo qualcosa di inaspettato arriva ad interrompere l'idillio, a bloccare temporaneamente quella strada in discesa che sembrava ormai senza più ostacoli. La sua patria di origine infatti lo chiama per svolgere il servizio militare: un'interruzione molto grave dei suoi impegni che infatti significherà la fine del suo rapporto con la casa Dior (la maison lo sostituirà con Marc Bohan).

Fortunatamente Yves non si scoraggia, deciso a perseguire la sua vocazione. Torna a Parigi nel 1962 e in un batter d'occhio presenta la prima collezione con il suo nome, caratterizzata dalla scelta di linee stilizzate e molto semplici, prive di fronzoli. Tutti i presenti rimangono colpiti dalla qualità della fattura degli abiti, una particolarità a cui lo stilista francese dedicherà sempre particolare atternzione.

Ma c'è un altro elemento che solleva numerose discussioni sulla collezione Saint Laurent: i pantaloni per donna. Una scelta stilistica che lo pone in quel momento fuori da ogni schema, facendo di lui un vero e proprio rivoluzionario. Yves Saint Laurent riveste la donna, le conferisce nuova dignità e una nuova dimensione di libertà, quella libertà che proviene dal poter scegliere con sicurezza cosa indossare. Senza dimenticare i suoi meravigliosi tailleur, vicini al modello di Chanel.

Gli anni che verranno non saranno altro che gli anni della consacrazione definitiva. Ossessionato dal lavoro e tendenzialmente introverso (se non misantropo), questo genio della moda ha posto in essere una serie impressionante di operazione innovative, molte delle quali ispirate dalla sua grande cultura.

Nel 1965, per esempio, trasforma il vinile in tessuto per impermeabili dal taglio rigoroso, ispirati a Mondrian. Nel 1966 crea abiti dall'aria pop art. La collezione per l'autunno inverno 1971-72 ha abiti in taffettà che si rifanno alle opere di Marcel Proust. I balletti russi sono lo spunto per la collezione del 1976 che il New York Times definisce "rivoluzionaria, destinata a cambiare il corso della moda." Nel 1979 disegna rifacendosi a Picasso e nel 1981 a Matisse, senza dimenticare il mondo arabo di origine, a cui lo stilista francese ha sempre guardato, lasciandosi profondamente influenzare.

Nel 1966 dà vita finalmente anche ad una linea di prêt-à-porter e, nel 1972 ad una linea di cosmetici e di profumi, anch'esse baciate da gran successo.

Nel gennaio del 2002 l'ormai anziano stilista francese ha annunciato in una commovente conferenza stampa che avrebbe lasciato l'alta moda. La gloriosa Maison dell'Avenue Marceau, dunque, ha chiuso i battenti.

Per giustificare questa decisione, Pierre Bergè, suo compagno di vita e di lavoro da gran tempo, ha spiegato che: "L'alta moda è finita. Non è un'arte che si appende come un quadro. Ma è qualcosa che ha senso se accompagna l'arte di vivere. Oggi, tempo di jeans e di nike, l'arte di vivere non esiste più".
http://biografie.leonardo.it/biografia.htm?BioID=601&biografia=Yves+Saint+Laurent
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Valentino 06-03-2006 21:12


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Valentino Clemente Ludovico Garavani, poi conosciuto internazionalmente sono come Valentino, nasce l'11 maggio del 1932 a Voghera. Ragazzo tranquillo e posato, dopo la licenza media si sente attratto dal mondo delle stoffe e della moda.
Decide quindi di iscriversi ad una scuola professionale di Figurino a Milano, ma la sua curiosità naturale lo porta anche a viaggiare spesso all'estero. Ad esempio, studia francese alla Berlitz School e poi si trasferisce per un lungo periodo a Parigi. Studia anche a l'Ecole de La Chambre Syndacale.

La moda non è il suo unico interesse. Amante del bello e dell'armonia, frequenta lezioni di danza dal maestro Violimin e da Vera Krilova.
Per lui, questi sono anni spesi alla ricerca di se stesso e di una propria identità, un'irrequietezza interiore che lo porta a sperimentare per i suoi vestiti diverse soluzioni, ancora però poco definite. Nel corso di una vacanza a Barcellona, invece, scopre il suo amore per il rosso. Da questa folgorazione nascerà il suo famoso "rosso Valentino", peculiare per il suo essere cangiante fra le tonalità dell'arancio e del rosso vero e proprio.

Negli anni '50 partecipa al concorso IWS ed entra nella casa di moda di Jean Desss. Lavorando nell'atelier parigino conosce donne come Michelle Morgan, la regina Federica di Grecia Maria Felix. Nel 1954 collabora con la Viscontessa Jacqueline de Ribes alla sua rubrica di moda su un periodico femminile.

L'affermazione internazionale però è ancora lontana. Durante quel decennio si impegna con grande umiltà e spirito di sacrificio nell'atelier di Guy Laroche, lavorando nella sartoria e impegnandosi sia a livello creativo che organizzativo. Conosce altre donne molto importanti quali Françoise Arnoul, Marie Hèléne Arnault, Brigitte Bardot, Jane Fonda e la mannequin-vedette Bettina. Visti i buoni risultati fin qui conseguiti, chiede un aiuto al padre per poter aprire una sartoria tutta sua a Roma. Ben felice di appoggiarlo, il genitore lo finanzia, anche piuttosto generosamente stando al nome della via in cui apre i battenti la prima sartoria Valentino: si tratta infatti di via Condotti, uno dei passaggi più "in" della capitale.

Inizia il rapporto con il magazzino inglese Debenham & Freebody per la riproduzione in serie di alcuni modelli di Alta Moda. Nasce il Valentino prêt à porter. Datato 1962 è l'evento che lo lancia definitivamente e che lo fa conoscere anche nel mondo dei non addetti ai lavori. Durante una sfilata di Alta Moda a Palazzo Pitti, infatti, il Marchese Giorgini gli concede l'ultima ora dell'ultimo giorno per presentare i suoi modelli. Gli abiti della collezione autunno-inverno che sfilano in passerella colpiscono in maniera enorme la platea, con vere e proprie ovazioni da parte dei compratori stranieri. Il segno più evidente che la griffe Valentino è entrata nell'empireo dei grandi sono le due pagine che l'edizione francese di "Vogue" gli dedica. Di lì a poco, anche la stampa americana aprirà le porte allo stilista italiano.

Sempre negli anni '60 Valentino, ormai sulla cresta dell'onda, riceve personalità di grande prestigio, come la principessa Paola di Liegi, Jacqueline Kennedy e Jacqueline de Ribes, che visitano la sua la maison di via Gregoriana in Roma. Nel 1967 gli vengono conferiti due premi in America: il Neiman Marcus Award di Dallas, equivalente all'Oscar della Moda, e il Martha Award di Palm Beach. Inoltre, disegna le divise per gli assistenti di volo della TWA. Nello stesso, anno, presenta la prima collezione Valentino Uomo. Le prime collezioni appaiono, però, sul mercato solo a partire dagli anni Settanta.
Un altra tappa importante da segnalare nella straordinaria carriera di questo stilista è che Valentino e' il primo couturier italiano a stipulare contratti di licenza con aziende manifatturiere per la produzione e la commercializzazione sui mercati internazionali di prodotti con la sua griffe.

Le creazioni di Valentino appaiono sulle copertine di Time e LIFE. Nel 1971 apre la boutique a Ginevra e Losanna. Il grande pittore americano Andy Warhol fa un ritratto dello stilista. Prima sfilata a Parigi della collezione Boutique. Apre a New York altre tre boutique.

In tale occasione il couturier organizza una serata di gala a Parigi durante la quale Mikhail Barisnikov e' il protagonista della Dama di Picche di Chaikowski. Pochi sanno, poi, che il quegli stessi anni, è stata prodotta una macchina con la griffe dello stilista. E' la cosiddetta "Alfa Sud Valentino. La vettura e' in bronzo metallizzato con tetto nero.

Gli anni ottanta vedono ancora la stella Valentino brillare alta nel firmamento della moda mondiale. Sono ancora numerosi i riconoscimenti e i successi conseguiti. Franco
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Christian Dior 06-03-2006 21:07


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Christian Dior é sicuramente fra gli stilisti più famosi di questo secolo. Nato a Granville, Francia il 21 gennaio 1905, egli dapprima lavorò come illustratore di moda, poi come un assistente di moda a Parigi sia per Lucien Lelong che per Robert Piguet.

La "Ligne Corolle" o "New Look", come la chiamarono i giornalisti del settore, fu la sua prima e più rivoluzionaria collezione. Era una collezione caratterizzata dalla rotondità delle spalle, dall'enfasi donata al busto e dal risalto dato alla vita stretta, nonché da gonne a forma di campana di materiale sontuoso. Al contrario del nome attribuitogli (New Look, appunto), questa collezione non era del tutto innovativa, ma guardava retrospettivamente ad alcuni modelli del passato: in particolare, poggiava moltissimo sulle conquiste della moda francese degli anni 1860. Non a caso, Dior stesso in seguito ammise di essersi ispirato agli elegante vestiti che indossava sua madre.

Dior, ad ogni modo, con la sua nuova siluette, é stato il responsabile principale del ritorno di Parigi come "capitale" del mondo per la moda, dopo che aveva perso la sua importanza durante la seconda guerra mondiale. Nonostante ciò, ci furono molte critiche nei confronti del New Look, soprattutto da parte delle femministe. L'accusa principale era quella di aver riportato le donne ad un ruolo decorativo e quasi subalterno, mentre altri erano scioccati dall'uso stravagante di ornamenti e dal metraggio di tessuto, dato che a quell'epoca il vestiario era ancora razionato.

Dopo questa collezione, Dior ne creò ancora di numerose, perseverando attraverso di esse nel discorso intrapreso con quelle precedenti, e soprattutto orientandosi sempre verso le tematiche iniziali, caratterizzate da tessuti altamente modellati. La sua collezione meno strutturata, chiamata il "Mughetto", era giovanile, fresca e semplice, creata come reazione al comeback di Chanel nel 1954.

In contrasto proprio con Chanel, Dior stabilì un modello di donna improntato al romanticismo e ad un look estremamente femminile, attraverso il quale enfatizzò il lusso, talvolta a discapito del comfort.

Poco dopo questo ultimo "exploit", lo colse la morte, avvenuta nel 1957 a soli 52 anni. Tuttavia, come si dice spesso per i geni, quello che aveva da dire riuscì ad esprimerlo compiutamente, tanto da riuscire a fare del suo nome un sinonimo di classe e di lusso.
http://biografie.leonardo.it/biografia.htm?BioID=31&biografia=Christian+Dior
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Мои "достижения" 03-03-2006 01:39


Взяла у camomila
смайликом отмечено то, что Я уже успела сделать в своей жизни.

1. Прогуляться в полночь по берегу моря
2. Специально порезаться
3. Сняться в кино в массовке.
4. Напиться до беспамятства. И ничего потом не помнить.
5. Рассказать кому-нибудь историю вашей жизни, не пропуская ни одной важной для вас детали.
6. Вырастить ребенка.
7. Встретить рассвет.
8. Слепить снежную бабу.
9. Прокатиться за рулем. Без прав, превышая все возможные скорости.
10. Научиться делать что-нибудь лучше всех.
11. Выступить на публике со своей самой дикой идеей.
12. Послать нах учителя/воспитателя/шефа/начальника...
13. Разбить зеркало.
14. Подобрать на улице бездомного котёнка.
15. Поплакать в одиночестве.
16. Промокнуть до нитки под дождем .
17. Купить на последние деньги самое дорогое мороженное.
18. Полюбить.
19. Признаться в любви.
20. Написать стих.
21. Написать рассказ.
22. Радикально изменить прическу.
23. Сделать татуировку
24. Погулять в Лондоне.
25. Постоять ночью на крыше.
26. Пролежать сутки под одеялом. Не высовываясь.
27. Поцеловать совершенно незнакомого человека
28. Вываляться в грязи. Или в снегу. (в снегу, если быть точнее)
29. Попробовать наркотик
30. Написать на бумаге самое сокровенное.
31. Пережить злейшего врага
32. Украсть (оч. стыдно!!! Но было весело!!!)
33. Спасти друга /подругу.
34. Вырастить дерево.
35. Сбежать из дома
36. Простить того, кто очень сильно обидел.
37. Побывать в 5-ти секундах от смерти...
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*-*-* 02-03-2006 14:20


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И что это меня в последнее время так тянет на лирику... причем, даже не на романтику, а на такие направления как футуризм и символизм... К чему бы это???
***
Фиолетовые руки
На эмалевой стене
Полусонно чертят звуки
В звонко-звучной тишине.

Настроение сейчас - пасмурно-весеннее
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*** 27-02-2006 20:27


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Я люблю его... и даже очень... это искренне и от чистого сердца, но есть одно "НО"! С недавнего времени в душа стали закрадываться какие-то смутные сомнения и пока еще неярко выраженный страх - мне кажется, он не доверяет мне в полной мере... говорит, что доверяет и верит, но это самоОБМАН.
***
Он не доверят мне в полной мере, хотя я точно знаю, что очень сильно любит меня... Любит и боится потерять. Но я не собираюсь и НЕ ХОЧУ его предавать! Мне это НИ К ЧЕмУ!!! Я просто хочу чуть больше неподдульного доверия...
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Интересно... 27-02-2006 20:14


Интересно... а я всегда буду в чем-то перед кем-то виновата...
***
Интересно, может у меня натура такая - я кого-то обижаю, но сама того нежелая и незамечая - отчего становится больно и обидно сначала человеку, которого я обидела, а потом и мне вместе с ним.
***
Интересно, а научусь ли я когда-нибудь заранее "предвидеть", что данным поступком или словом могу причинить кому-то боль?
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ВИТАС..ОТРЫВОК ИЗ ПЕСНИ 09-02-2006 19:40

Это цитата сообщения DJANNA Оригинальное сообщение

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Не молчи, так громко не молчи, Лучше на весь дом ты закричи.
Кирпичи, пусть сыпятся и стекла Только не молчи, а то оглохну.....

Бей в мои ворота, мячик твой, Что давно уже ты - не со мной
Прошепчи, что лета больше нету, Только не молчи ты мне об этом.
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*** 02-02-2006 15:57


Осип Мандельштам
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Самые глупые законы о сексе 29-01-2006 23:33


Самые глупые законы о сексе
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J'ai oublie 29-01-2006 03:00


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Совсем забыла похвастаться!!!!:spruce_up
***
В пятницу была в ГАИ , получила права. Так что теперь я официально могу зваться автолюбителем !!!
Дело за малым - приобрести эту самую "авто", которую буду "любить"
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Predictions 29-01-2006 02:03


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Хочу взять его руку и нагадать ему, что он будет САМЫМ счастливым человком на свете, что у него ВСЕ сложится в жизни непременно так, как он захочет и задумает, что у него будет самая дружная и счастливая семья, что по карьерной лестнице он будет подниматься чуть ли не со скоростью света... и еще много-много всего хорошего... Хочу держать его руку и не отпускать, хочу, чтобы мои пальцы скользили по его кисти, а он с замиранием сердца слушал все мои предсказания; хочу просто напросто заворожить его и очаровать... И когда он будет уже готов к прыжку в успех, когда он будет находится на самом гребне ... сообщить ему одно ма-а-а-аленькое НО :
"Всего этого, ты сможешь добиться лишь в том том случае, если буддешь идти по жизни вот так, как сидишь сейчас - рука об руку со мной"...
И он непременно согласится, потому что любит меня ни чуть не меньше, потому что хочет быть рядом со мной. Я знаю это и живу этим!!!
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Любимый, мы обязательно сможем преодалеть то время и расстояние, что нас разделяет... и будем ВМЕСТЕ!!!!
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With love!!! Your =Love=
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Write EvErYthinG doWn 28-01-2006 17:12


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Почему у меня в последнее время желание писАть появляется все чаще и чаще??? Можно ли объяснить это явление нехватной времени? или отсутствием рядом Юрочки? или тем, что я просто становлюсь старше? А может, все вышеперечисленное так или иначе сказывается на моем желание?
Как бы то ни было, мне просто НЕОБХОДИМО высказывать свои мысли! Я заметила, что когда пишу о чем-то, я далеко не в полной мере понимаю суть описываемого события, и только спустя какое-то время, перечитывая старые записи, я каждый раз открываю что-то новое, что-то действительно важное .
ВЫВОД: Я должна писать! Писать, как только появляется желание. И пусть даже многое из написаного будет полным бредом ; но это, как мне кажется, один из самых эффективных способов узнать себя лучше!
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Мои странности и причуды-1 28-01-2006 16:59


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С детства у меня было огромное желание научиться рисовать, я даже ходила какое-то время в воскресную школу и... училась. Чем было вызвано это желание я не заню до сих пор, но предполагаю, что мне просто хотелось как можно больше походить на своего старшего брата. Рисовать я так и не научилась, хотя с братом у нас и без того много общего. Уже в сознательном возрасте я осознала, что детское стремление к творчуству - это лишь попытка как можно лучше узнать себя и разобраться в своих чувствах. Сейчас осознаю это особенно остро. Порой бывает, что по тем или иным причинам просто не удается выразить все те мысли, что непрерывным потоком крутятся в голове; я ясно вижу сюжет, образ (картинку), беру в руки ручку... и понимаю, что описать ЭТО невозможно; ЭТО можно передать лишь графически. И вновь жалею, что так и не научилась рисовать
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*** 26-01-2006 18:45


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Сессия на заочке подходит к концу, завтра последний экзамен (самый ужасный... - статистика). Но для меня он далеко не последний, т.к. у меня осталось две задолжности (Это так на меня не похоже!!!).
Сама не знаю, что со мной происходит, но что-то явно не так. Я ко всему потеряла интерес, теперь для меня есть тольеко одна цель: как можно скорей оказаться рядом с Юрочкой. Эта любовь на расстоянии просто сводит с ума. Мы убеждаем друг друга, что сильные, что обязательно справимся... Не знаю, как Юрочка, но я уже не могу, у меня просто не осталось сил. Днем я еще как-то стараюсь крепиться, не думать о времени и расстоянии, что нас разделяют; но как только переступаю порог дома, силы меня просто покидают и из милой и улыбчивой я превращаюсь в серчающую и раздражительную. Я уже начинаю ненавидеть себя такую, пытаюсь сделать все возможное, чтобы вести себя иначе, но все бестолку - меня злит и выводит из себя буквально все... даже музыка. И это меня пугает...
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Birthday 26-01-2006 18:22


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Совсем скоро!!!! 26-01-2006 18:10


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